Arte e rivoluzione a Roma. Long Live the revolution

arte-e-rivoluzione-paolo-buggiani

Ultime dal fronte arte e rivoluzione.  È arrivato il momento di fare rapporto.

L’ironia, la pittura, l’espressione artistica, hanno senza dubbio tracciato un segno nella memoria collettiva del nuovo secolo, il nostro attuale ricco di linguaggi e modalità creative nuove. Non possiamo che guardare alle recenti evoluzioni dell’immaginario sociale, quelle del secolo scorso, il Novecento, fino ai primi anni del XXI secolo, fino alla rappresentazione estetica della ribellione. L’ esigenza della rivolta, del cambiamento oggi, non può che essere prima di tutto estetica, attraverso le porte dell’arte. L’arte che rende sempre visibile, nel dissenso, ciò che il consenso tende ad oscurare e cancellare. Attraverso le bellezza oggettiva di fare arte.  Albert Camus, ne parlava in questi termini:

“La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni. Ma viene il giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno di essa.”

Arte e rivoluzione : dove?

A tal proposito, non possiamo fare a meno di invitarvi tutti a Roma, dal 2 dicembre. La galleria Wunderkammern, ospita una mostra davvero speciale.

Ultimo evento del 2017,  “long live the revolution”, così si intitola l’importantissima rassegna.

Diversi artisti, che tra poco vi presenterò, espongono seguendo un unico filo conduttore: la ribellione, intesa come un totale sovvertimento di un ordine statico. Le opere infatti, sono pensate per sprigionare stupore nello spettatore, creare innescare gli effetti una ribellione o un sovvertimento vero e proprio, sorprendere, colpire l’attenzione inducendo alla riflessione senza indugi, inevitabilmente. Per fare strada dentro ogni fruitore alla profonda consapevolezza del cambiamento. Positivo e necessario. Far fluire l’energia, quella che stimola l’intuizione e veicola i cambiamenti, appunto, in ognuno di noi.

Le opere sono realizzate da grandi maestri che hanno segnato la storia dell’arte contemporanea a tutti gli effetti, grazie alla loro volontà, appunto, di uscire fuori dagli schemi. Molti di questi artisti hanno di certo in comune i luoghi, gli ambienti: soprattutto l’America, la città di New York. Il fatto di cercare qualcosa che sconfinasse dai medium convenzionali di arte e pittura. Tra gli anni ’70 e ’90, molti artisti erano irresistibilmente attratti dal richiamo metropolitano, i graffiti, eleggendo quello scenario a proprio spazio personale, espressivo. Ne possiamo ammirare ogni passo.

Arte e rivoluzione, dunque. Ovvero impatto. Visibilità creata dal nulla, solcando strade nuove.

Arte e rivoluzione: ospiti

Paolo Buggiani

arte-e-rivoluzione-paolo-buggiani

Artista italiano di origini toscane (Castelfiorentino, n. 1933) .  Trasferitosi a New York  nel 1962, ha svolto lì la maggior parte della sua attività artistica, sviluppando idee e notorietà di livello internazionale.  Soprattutto per le sue installazioni infuocate- il fuoco infatti, assieme al metallo è un elemento prediletto- e per il suo contributo alla street art, dipingendo e disegnando persino sulla neve a New York, negli anni ’70.  Il suo slogan è “Art revolution”. La rivoluzione è un gesto forte che non può essere ignorato, necessario, una causa forte, atta a smuovere e scrollare situazioni stagnanti e immobili. Un gesto di cambiamento e progresso, che investe esattamente questa funzione. La sua storia si intreccia con quella di Keith Haring, altro ospite della mostra. Numerosi  riconoscimenti e premi conferiti a Paolo durante la sua carriera.

(In foto: ritratto Paolo Buggiani, scatto di Roberto Bastianoni)

(Foto in copertina: Accensione di sole e nuvole, Erchie, 2016, scatto di Cinzia Sarto)

Tomaso Binga

arte-e-rivoluzione-tomaso-binga

Bianca Pucciarelli in Menna. Nata a Salerno (1931) . Una donna col nome di un uomo, una provocazione che risale ai tempi del femminismo nascente, una protesta per i privilegi indiscriminati degli uomini. Una personalità poliedrica da scoprire. Artista significativa nell’ambito della poesia visiva e sonora. Numerose mostre personali e collettive, performance  video. Ironia e metafora, i suoi strumenti dell’arte, della denuncia  del cambiamento.

(In foto a destra: Tomaso Binga 1976, courtesy Bianca Pucciarelli / a sinistra: Tomaso Binga durante una performance Lavatoio Contumaciale, 2005, courtesy Bianca Pucciarelli)

Richard Hambleton

arte e rivoluzione richard hambleton

Nato in Canada (1954-2017). Un ruolo fondamentale nella street art, tanto da esserne definito “il padrino”. Molto noto per la serie “shadowman”, silhouettes umane a grandezza naturale, dipinte a New York su centinaia di edifici, schizzate in vernice nera, per cogliere di sorpresa chiunque vi passi davanti. Ha creato lui stesso, artisticamente nuove strade e nuovi scenari della città. I suoi lavori sono stati esposti in musei e gallerie di tutto il mondo, e parte di numerose collezioni permanenti, tra cui quella del MOMA. Un rinnovato interesse per le opere di questo artista, è ricominciato proprio negli ultimi dieci anni.

(In foto: Shadowman)

Keith Haring (1958-1990)

arte e rivoluzione keith haring

Americano, contemporaneo di Hambleton. Molto influente nel mondo nell’arte, fin dagli anni ’80, disegnando e creando opere nelle metropolitane e sui marciapiedi di New York. Si è dedicato a molti progetti pubblici, con contenuti e messaggi importanti a livello sociale.

Invenzioni iconiche quelle di Keith, soluzioni grafiche che sono entrate nell’immaginario, e il suo immaginario, quello di Haring, è ben noto a livello mondiale. Uno stile immediato, popolato di personaggi stilizzati, bi-dimensionali, di colori molto vividi, incredibilmente affini alla grafica. Un’iconografia, come già affermato in precedenza, che veicola messaggi e temi scottanti. Da rivedere a Roma.

(In foto: Keith Hering Subway Drawings)

Ken Hiratsuka

arte e rivoluzione Ken Hiratsuka

Giapponese, stabile a New York dal 1982. Il suo concetto di arte trascende lingue, nazioni e differenze. I suoi disegni sono labirintici e si prestano a infinite variazioni. Le sue opere sono incluse in collezioni conservate in Finlandia e in Giappone. Comprendono  sculture e monumenti pubblici. Si tratta di sculture complesse ed eleganti, composte in strada o in luoghi naturali. Chiude il cerchio degli ospiti, Ken, offrendo con il suo stile un insolito contributo street art, di certo di arte e rivoluzione.

(In foto: Ken Hiratsuka, Paris 1988. Courtesy Paolo Buggiani)

Questo meraviglioso tour ci aspetta alla Wunderkammern, la “camera delle meraviglie”, da ex deposito di frutta a spazio di punta per l’arte urbana, street e contemporanea, lo spazio delle arti e del cambiamento. “Long live the revolution”, il vessillo di arte e rivoluzione, ci attende.

Vado a Roma, dunque. Sabato, 2 dicembre. Passo e chiudo.

D.A.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *