La moda sostenibile. Non sprecare = moda. Dalla griffe al più piccolo brand. Dopo aver trattato le aziende di arredo ecosostenibile, oggi ti parlo del settore fashion e tessile. Universi che si impegnano ad essere equo-solidali, utilizzando materiali di riciclo o materie prime naturali che non inquinano. Dagli scarti di lavorazione prendono forma materiali innovativi e tessuti biologici.
Moda sostenibile: Cangiari
In dialetto calabrese “cambiare”. Un brand tutto calabrese che unisce l’alta moda e la qualità alla promozione dei diritti, della legalità e della tradizione tessile. Il primo marchio di alta moda etica in Italia. Il suo profilo si traccia attraverso tessuti prodotti al telaio a mano e realizzati con materiali e colorazioni biologiche. Massimo rispetto dell’ecosistema e del benessere di chi li indossa. 100% sostenibile, 100% made in Italy e personalizzabile in base alle esigenze del cliente. La filiera di produzione è formata dalle cooperative sociali del Gruppo GOEL che si prendono cura delle fasce più deboli e operano ridando dignità a lavori artigianali che rischiavano di scomparire e creando occupazione nel territorio. Cangiari, si può.
Moda sostenibile: Made in Testaccio
La sartoria di Gloria e Francesca Brescini: una fabbrica creativa dove vecchi abiti e pezzi di stoffa diventano altro. C’è un accordo con altri negozi, e l’invenduto viene trasformato da Made in Testaccio. Una delle ultime collezioni di borse create e’ stata recuperata da giacche da uomo invendute. I clienti possono osservare la lavorazione dei nuovi capi. La produzione è finalizzata ad offrire al cliente soluzioni uniche e inedite, in base alle personali esigenze. Originale, equosolidale. Ecco come unire arte ad un senso di responsabilità etica e nei confronti dell’ambiente.
Moda sostenibile: Ligneah OOD Italy
Wood is the key. Già nel nome suggerisce la vocazione ecosotenibile e l’attenzione per l’ambiente. Ligneah OOD Italy è l’innovativo marchio ideato da Marcello e Marta Antonelli, nato dalla volontà di dare vita ad un nuovo materiale naturale e sostenibile. Il loro motto è “sembra pelle ma non è“, infatti i loro prodotti sono realizzati con un legno morbido che può essere lavorato come la pelle, ma è ovviamente cruelty free. Una tecnologia laser molto avanzata opera la trasformazione dal legno in tessuto.
I legni adoperati, inoltre, provengono da foreste gestite eticamente nel rispetto dell’ecosistema. Le trame lignee riproducono fedelmente l’effetto di una pelle animale. I materiali danno vita a textures affascinanti, accostamenti e colori di inusuale artisticità. Marta spiega che con una pianta si riescono a produrre almeno 100 borse e 150 paia di scarpe quindi, per ogni albero utilizzato, se ne restituiscono all’ambiente circa 300. Uno straordinario do ut des a favore dell’ambiente.
Moda sostenibile: Orange Fiber
Orange Fiber , startup innovativa realizzata da Enrica Arena e Adriana Santanocito. Si occupa della produzione di tessuti sostenibili partendo dai sottoprodotti dell’industria di trasformazione agrumicola. Ossia, da ciò che resta al termine della spremitura industriale delle arance.
Si parte dai residui agricoli e di impianti industriali per la trasformazione degli agrumi con destinazione alimentare e cosmetica. I costi di smaltimento dei residui sono proibitivi e spesso causa della chiusura delle aziende. Divengono così una preziosissima materia prima per ricavare la cellulosa, sostenibile al 100%.
La prima parte della trasformazione avviene in Sicilia, dove la cellulosa atta alla filatura viene estratta dagli agrumi, per essere poi mandata in Spagna. Qui, viene trasformata in filato. Successivamente rientra in Italia dove nasce un tessuto sostenibile di alta qualità, paragonabile alla seta. Nel settembre 2014, in occasione della Vogue Fashion Night Out, sono stati presentati i primi prototipi: un tessuto in raso bianco e un pizzo nero. Entrambi ottenuti tessendo Orange Fiber con seta comasca. Grazie, poi, a produzioni successive è stato sviluppato un twill 100% Orange Fiber, impalpabile e leggero, simile alla viscosa. Obiettivo: lanciare sul mercato nuovi tessuti per la moda.
Moda sostenibile: Ecoalf
Forse oggi il brand sostenibile più famoso al mondo. Fondato da Javier Goyene nel 2013 che trasforma la spazzatura che galleggia nel mar Mediterraneo in filati di qualita’. L’ azienda spagnola ricicla una parte di quegli 8 milioni di spazzatura che sono nei nostri mari e uccide la fauna marina. Abiti, giacche, gonne, pantaloni, borse: tutto ricavato dalla plastica, specie bottiglie, gettata in mare e raccolta da 600 pescherecci. Con 70 bottiglie di pet si ricava un metro di filato.
I suoi capi sono venduti in 310 multibrand in Europa, circa 430 nel mondo. I rifiuti vengono portati in centri specializzati nel riciclo e trasformati in palline che vengono poi tessute e trasformate in filati. E non solo la plastica: tra i materiali riciclati da Ecoalf vi sono anche vecchi pneumatici, cotone e caffè. Il risultato sono capi e accessori di alta qualità pari o superiore a quella di capi prodotti con materiali non provenienti dal riciclo.
Moda sostenibile: Wave-O
Aggiungiamo un po’ di ironia alla lotta contro gli sprechi. Se ne fa portavoce il marchio Wave-O creato dall’archi-stilista Ondine de La Feld. Risultato della sua visione spiritosa e altamente ironica del fashion world e il desiderio di giocare sul tema della sostenibilità con creatività, oltre che impegno. Nascono così, dunque, le allegre T-shirt eco-pop realizzate per lo più in ECONYL®, fibra riciclata e riciclabile all’infinito. Econyl è, infatti, una fibra in nylon progettata dal Gruppo Aquafil ed ottenuta dai rifiuti non più utilizzabili – reti da pesca abbandonate in mare, tappeti- Contro ogni spreco.
Una bellissima storia raccontata dalle stesse t-shirt, che prendono la parola: le scritte come ‘Be Cool Be Eco’, ‘Plastic Love’, ‘I wear Recycled’, la dicono lunga sul percorso di sostenibilità del brand e sensibilizzazione all’amore e il rispetto per l’ambiente, per la vita, per la continuità della natura. Un’idea rivoluzionaria e di grande successo, che riesce a conquistare e a mettere d’accordo tutti. Come potrebbe essere altrimenti?