Moda unisex. Affascinanti ambivalenze. Fred Davis diceva, nel 1992 : “Le ambivalenze si sono fatte strada nei codici di abbigliamento, hanno profonde implicazioni morali e hanno carattere collettivo. Esse formano il canovaccio esistenziale sul quale gli stilisti cercano di imprimere le proprie interpretazioni“.
L’abito. Il simbolo della ricomposizione dei ruoli sessuali. Esprimere mascolinità e femminilità attraverso lo stesso codice, in un modo completamente nuovo. La moda trasforma il corpo in altro? C’era una volta il concetto di unisex. In tempi recenti si è deciso di rinfrescare un po’ il concetto , cavalcando tendenze molto in voga e politically correct, mirando alla neutralità. Si chiama a-gender. A partire da Londra in poi fioccano i concept store, con reparti di indumenti “neutri” rispetto al genere di chi li indossa. Inconsueta moda unisex. Si appresta a diventar consueta? Questo non possiamo prevederlo con certezza; di certo fioriscono nuove interessanti letture dell’identità, che si traducono in ciò che si indossa oltre la fissità delle categorie. Il genere diviene neutro sotto veli di stoffa e colore, e si riveste di insolito, ai nostri occhi assuefatti alle differenze. Di sicuro, si aprono dimensioni della moda finora inesplorate. Scopriamo insieme qualche interessantissimo genderless brand di punta, lasciamoci stupire, e vedere che effetto ci fa.
La moda unisex di EdithMarcel
Gianluca Ferracin – fashion design- e Andrea Masato -Architettura- concretizzano le loro vedute in EdithMarcel, nel 2015. La tematica di genere “È” il brand, basterebbe quest’elemento da solo, a definirlo. Al suo interno c’è tutto un mondo,ovviamente, il mondo che abbiamo appena accennato come tendenza socioculturale globale, che si riflette in ogni aspetto della produzione. Forme, volumi, lunghezze, tagli e colori si prefiggono di vestire uomo e donna, senza distinzione. Non si tratta solo di gusto, quello a-gender ma di un grande impegno dal punto di vista tecnico e pratico. Si tratta di unificare elementi di modellistica maschile e femminile, in modo da creare una silhouette che vesta bene entrambi i tipi di struttura corporea. Una concezione nuova, rivoluzionaria. E un grande lavoro. Il nome, si ispira direttamente alle figure di Edith Piaf e Marcel Cerdan. Personaggi che concretizzano con il loro vissuto il messaggio che i due designer vogliono trasmettere attraverso i loro capi. Una fusione – dicono loro- di caratteri risultato di gusti maschili e femminili, in contrapposizione ma al contempo in equilibrio.
EdithMarcel, dai primi passi in poi
La prima collezione del duo veneto viene presentata nella sezione “Open” di Pitti88. Tema “agender”, un’ondata unisex che sta già prendendo piede in molti eventi. Giovane e concettuale, indipendente, EDITHMARCEL viene selezionato da Camera Nazionale della Moda Italiana, che decide di finanziare il progetto con numerose iniziative. Scelto tra i 17 brand emergenti per l’edizione zero di Fashion Hub Market. Così EdithMarcel presenta la prima collezione alla Milan Fashion Week di settembre 2015. Il brand partecipa con la collezione FW 16/17 al White Trade Show a Milano, nel gennaio 2016. Scelto da NotJustALable, tra i 5 brand internazionali a presentare la collezione al Capsule di New York. Sempre nel 2016 è tra i brand finalisti di Who Is On Next. Si tratta di un noto progetto di scouting dedicato ai giovani talenti della moda, realizzato da Altaroma in collaborazione con Vogue Italia.
EdithMarcel, uno sguardo sui capi unisex
Per i loro capi unisex, Gianluca e Andrea, non hanno in mente palette fisse di colori o tessuti, ma lasciano ispirare da temi diversi, di collezione in collezione. La collezione primavera/estate 2017 è piena di toni chiari e colori neutri come bianco, cipria, rosa, sabbia, arricchiti con qualche elemento nero e giallo. Forme pulite, geometriche, tagli quasi giapponesi per i capi spalla, pantaloni essenziali, dritti e fluidi, camicie lineari e bon ton, maglie minimal, qualche tocco fru fru nei top.
Niente canoni, quindi. Un’alternativa di moda unisex, alla portata di chiunque voglia seguirla.
Not Equal. Moda unisex per nulla uguale
Fabio Costa & Rebecca Diele. Lui brasiliano, specializzato in “folk Couture”. Si trasferisce nel 2006 a New York dove completa la sua formazione partecipando a ProjectRunway. Nel 2012 inizia, con Rebecca la sua linea di abiti, NotEqual.
“Il nostro obiettivo è quello di progettare con la differenza di significato tra maschio e femmina”.
Non uguale.Un simbolo di uguale sbarrato, il logo. Semplice, matematico, comprensibile. Segna i capi prodotti dai nostri designers, già in vendita online, nell’inconsueto shop.
Unisex rende uniformi. Si tratta di ridefinire il nucleo centrale della moda. L’obiettivo è are un unico sistema di modelli partendo dalle tecniche tradizionali di realizzazione degli abiti. Fabio e Rebecca si sono impegnati addirittura a costruire degli strumenti di misurazione e tracciamenti per dare forma alle loro creazioni. Con una passione stupefacente. Così è nata la collezione autunno-inverno 2013. E la successiva sfila a New York nel 2014, con i prototipi della collezione primavera/estate.
Vestiti non convenzionali. Una sfida unisex
NotEqual esplora l’innovazione creativa attraverso la moda, con lo spirito puro dell’arte e della filosofia. I capi prodotti sono artigianali, il loro essere classici una sfida per la sartoria tradizionale. Unisex poco convenzionale. Ogni pezzo delle collezioni è disegnato individualmente e dettagliato per esaltarne l’unico e il bello. Una sfida pregnante verso i concetti comuni dell’identità. NotEqual è ricerca, interrogatorio di genere, cultura e modernità. Mirato a incoraggiare l’espressione autentica attraverso la moda. Capi molto essenziali in colori base, con fantasie lievi e contenute. Linee che accompagnano morbidamente il corpo, alludono a tuniche o comodi indumenti nipponiformi, talvolta un richiamo ellenico. Pantaloni comodi, adattissimi a lui e lei, dai tagli sartoriali e inaspettati, un pò orientali,un pò verso il minimalismo assoluto, assolutamente urban & chic. Tagli particolari e insolitamente arrotondati, linee a uovo e geometrie nuove per gli shorts, le casacche, perfettamente unisex. Corde, drappeggi e tinture naturali, per un prodotto eccellente e davvero alternativo, un nuovo genere.
Toogood. Unisex outerwear
Due Sorelle, Erica e Faye Toogood. Inglesi. L’arte già in famiglia, con nonna sarte che durante la guerra ricavava biancheria intima dal tessuto dei paracadute. già un’innovatrice. Faye, ragazza eclettica con grande manualità ossessionata da forme e drappeggi, collezionista di oggetti e materiali insoliti. Crea oggetti e sculture. Ha collaborato con molti designer londinesi e creato costumi per il teatro. Erica è colei che dà alle creazioni il tocco più vivace,audace e sperimentatrice assoluta sulla forma. Sarta come la nonna, ha collaborato con architetti e designer, creando abiti scultura e funzionali allo stesso tempo. Nel 2013 sono selezionate nel concorso Who Is On Next, indetto da Vogue Italia.
Le collezioni moda unisex di Toogood
L’idea basilare delle loro creazioni, è quella di trasformare, attraverso artigianalità e sartorialità, l’idea di uniformità in un marchio invece di individualità. Unisex, cioè, è individuale. Cucito in ogni capo è infatti un certificato identificativo che attesta l’autenticità della creazione delle due artiste. Le collezioni sono numerate, e ognuna rivela una attenta analisi sociale e culturale di riferimento, che offre tematiche,spunti di riflessione che si traducono in abiti. Dalla primissima collezioni di cappotti, assolutamente neutri e unisex, all’ ultimissima collezione -006, appunto- ispirata al mondo naturale e il lavoro nei campi, le texture del fieno e della natura. I paesaggi inglesi delle due sorelle, sono la primaria fonte di immagini e idee. I toni del rosso,porpora, fantasie e patchwork su fondi bianchi; cotoni spessi e linee ampie, intrecci e abbottonature insolite. Un tocco delicato ed elegante, su di lui e su di lei. Differenti modi di essere uomo e di essere donna. Di essere. Insieme. Senza distinzioni.